Risalire la Val Galmarara e' sempre un'esperienza piacevole: questa valle solitaria e' appartata dalla grande folla che abitualmente sale sull'Altopiano la domenica in ogni stagione.
La lunga strada sterrata mette a dura prova le sospensioni dell'auto e ogni volta mi vien voglia di avere un fuoristrada;
inutile dire che d'inverno bisogna considerare la possibilita' di doverne fare un bel pezzo, se non tutto, a piedi.
Lasciamo l'auto a Malga Galmarara (m.1514) e prendiamo la mulattiera militare che lascia a sx la pozza-abbeveratorio.
La strada sale con pendenza costante per tutto il percorso quindi la si puo' seguire senza problemi pur sapendo che si fara' la strada piu' lunga. In presenza di neve e' senz'altro la soluzione da preferire.
In alternativa si puo' optare x il sentiero n.830 che segue comunque la mulattiera per un buon tratto ma, giunti ad una piccola conca a quota 1750, lascia la strada e prosegue sulla destra (orografica) della valle. Con una leggera deviazione si puo' puntare in direzione del Bivacco Tre Fontante (m.1874).
Da qui si prosegue facendo attenzione a non perdere la traccia in mezzo ai mughi.
Siamo in un ambiente solitario quasi lunare. Le cime del Corno di Campo Bianco da una parte e il Corno di Campo Verde dall'altro ci seguono passo passo.
Un falchetto lancia il suo richiamo.
Ben presto si giunge nei pressi di Bivio Italia ove sorge l'omonimo Baito (m.1987).
Qui gia' si gode (tempo permettendo) di un bel panorama sull'altopiano ed il vicino Monte Grappa, mentre in lontananza a Nord spuntano le Pale di S.Martino e piu ad Est le Dolomiti Bellunesi ed il gruppo Col Nudo-Cavallo.
Di fronte a noi Cima Dodici si staglia con la sua caratteristica forma piramidale.
Al bivio notiamo la lapide che ricorda la costruzione della Kaiser Karl Strasse.
Riprendiamo quindi la mulattiera che procede in direzione nord restando pressocche' pianeggiante (segnavia n.835). Quando poi la strada svolta a dx, in direzione di un cimitero militare, restiamo sul sentiero che comincia a salire decisamente verso la cima: ci sono ancora 350 m. di dislivello da superare.
Il tempo intanto si e' imbruttito parecchio e qualche goccia comincia a cadere, fino a diventare una pioggia fina ma insistente. Siamo cosi' vicini alla cima che e' un peccato lasciare perdere: il sentiero e' tranquillo e non ci sono pericoli oggettivi.
Dopo aver incontrato il sentiero 208 affrontiamo l'ultimo strappo; arriviamo alla cima (m.2336); siamo molto umidi e del panorama che ci attendevamo nemmeno l'ombra; per fortuna smette di piovere ma il vento freddo continua a tormentarci. Ci avviciniamo cautamente al bordo che guarda la sottostante Valsugana; non si vede nulla ma percepiamo il vuoto che incombe sotto di noi.
E' meglio ripartire; torniamo verso il Baito almeno li' saremo riparati e potremo mangiare.
Per il ritorno ci si presentano varie opportunita' (vedi altri it.) ma visto la giornata decidiamo di scendere tranquillamente per la comoda mulattiera.
Accesso:
Austrada Valdastico uscita Piovene Rocchette - Altopiano di Asiago - Cesuna - Camporovere - Osteria della Tagliata - Malga Galmarara
vedi anche: Bivio Italia
SchedaPercorsi.asp?percorso=BivioItalia