GIRO DELL'ALTOPIANO DELLE PALE
I giorno
Siamo arrivati a S. Martino di Castrozza (1470 m) con molto comodo nonostante i 1100 metri di dislivello da fare. Avevamo deciso di prendere la seggiovia del Col Verde per diminuire la salita del primo giorno di 500 metri.
Dopo una bella porzione di strudel abbiamo iniziato l'escursione prima con la seggiovia e poi prendendo a destra per il Passo Rosetta. Il primo tratto sale velocemente per delle roccette su cui è stato messo un cavo metallico di sicurezza (anche se il tratto non presenta difficoltà particolari c'è comunque il rischio di cadere di sotto). Poi per sentiero che segue il percorso della cabinovia, che ci è: passata più: volte poco sopra la testa.
Arrivati al Rifugio Rosetta (2581 m) la maggioranza ha preferito "poltrire" al rifugio aspettando la cena invece che fare la classica escursione alla Cima Rosetta, che richiede al massimo un'ora. Il rifugio è: accogliente, specialmente quando se ne vanno i "turisti" che salgono con la funivia: ad una certa ora svaniscono come neve al sole.
II giorno
Decidiamo di fare il Giro dell'Altopiano delle Pale in senso antiorario, per evitare di dover affrontare una lunga salita come ultima tappa. Il giro programmato si snoda attorno alla Pala di San Martino (2982 m).
Dal rifugio prendiamo il sentiero 702 verso sud per giungere in pochi minuti al Passo Val di Roda. Iniziamo una discesa regolare ma molto lunga, con un numero infinito di tornanti (quella che volevamo evitare di fare in salita) per poi trovarci su di un sentiero che riprende a salire dolcemente. Sotto di noi si apre un panorama favoloso, la valle di S. Martino in tutta la sua bellezza.
Ad un certo punto troviamo un tratto di 500 m con corda metallica e noi diligentemente indossiamo un cordino attorno alla vita. Anche se il passaggio è: facile, è: stupido rischiare di cadere dove c'è: un cordino metallico.
La pendenza si è: via via fatta più ripida ed in breve giungiamo al Passo di Ball (2443 m), sotto la cima omonima, da dove parte la ferrata Nico Gusella. Una ripida discesa ci conduce al Rifugio Pradidali. Il nome deriva dalla presenza di piccoli ma splendidi prati che diventano gialli non appena scoppia l'estate. Nella lingua locale infatti "pradi dali" significa prati gialli.
Mangiamo qualcosa, osserviamo lo splendore dei monti che sovrastano il rifugio, un'occhiata al bel laghetto, ed imbocchiamo il vallone dietro al rifugio. Seguendo il sentiero 709 si sale velocemente al Passo Pradidali Basso (2658 m) in mezzo ad un paesaggio lunare, con la roccia sedimentaria che si spacca in scaglie piuttosto piccole e cambia l'aspetto dei luoghi molto frequentemente. Lo stesso sentiero cambia percorso piuttosto spesso, ma si trova facilmente perchè: è: ben segnato.
Finalmente al passo facciamo la sosta di rito. Si potrebbe fare una deviazione a destra verso il Ghiacciaio della Fradusta, ma siamo escursionisti che vanno in montagna per stare assieme e non per fare grandi imprese con molte ore di cammino. Le 5 ore del giro di oggi ci bastano.
Così continuiamo per il sentiero 709 che attraversa l'altopiano, un deserto di roccia quasi costante, con piccoli strappi di pochi metri. Il paesaggio è: splendido: si vedono gran parte delle cime del Gruppo delle Pale.
Arriviamo al Rifugio Rosetta che è: ancora presto, ma prendiamo subito la funivia perchè il tempo sta per cambiare: il temporale pomeridiano si avvicina rapidamente. Infatti ci sorprende a metà: del tratto di seggiovia. Ce la siamo presa tutta perchè nessuno ha osato aprire lo zaino per prendere la mantellina: se cadeva qualcosa, chi sarebbe andato a riprenderla?
Comunque, a parte la pioggia, due giorni stupendi in uno dei paesaggi più belli ed intensi delle Dolomiti.