La gente ha le sue manie, va sempre negli stessi posti. Cosi' e' capitato che chi si e' autonominato capogita ha tirato fuori dal cilindro un'escursione che, guarda caso, ha uno splendido panorama sul suo monte preferito, il Pelmo. Il percorso prevede la salita al Monte Crot e poi un largo giro costeggiando il Col di Agusciei e il Col Dai Dof fino alla Forcella Pecol per poi tornare alla base lungo una comoda stradina (sent.568).
Arriviamo alla Forcella Staulanza (m. 1776) abbastanza presto, alle 9, per evitare il pericolo valanghe che, stando al bollettino, puo' arrivare nelle ore piu' calde. Il sentiero parte proprio dietro l'omonimo rifugio.
Questo si rivela abbastanza impegnativo fin dal principio perche' parzialmente ghiacciato e spesso irto di ostacoli come ramaglie o abeti caduti. Ci rendiamo conto subito che c'e' stata una discreta attivita' di valanghe con tracce ovunque del loro recente passaggio.
Proprio i solchi lasciati dalle piu' grandi sono stati gli ostacoli piu' pericolosi da superare e che hanno richiesto molta attenzione. Poi finalmente siamo usciti dal bosco e ci siamo posti il problema di come proseguire: seguendo il sentiero "estivo" oppure salire dritti verso la forcella. Decidiamo per quest'ultima soluzione per evitare una zona con la neve piuttosto instabile.
La salita e' faticosa, ma in breve raggiungiamo la forcella (m. 1990) rimanendo coperti da un gruppo di piante: non si sa mai.
Le nuvole cominciano a diradarsi mostrandoci uno splendido panorama su entrambi i versanti. naturalmente facciamo molte foto. Si comincia a delineare anche la sagoma familiare del Pelmo e dall'altra parte quella del Civetta.
Decidiamo di non salire in cima al Monte Crot perche' la neve e' davvero troppa. Cominciamo la discesa lungo l'altro versante. Il panorama migliora sempre di piu' e davanti ci appare la maestosa massa del Sella, con il Piz Boe' coperto da una fastidiosa nuvoletta.
Siamo indecisi su come proseguire: il percorso che avevamo in mente attraversa un pendio molto ripido e carico di neve decisamente instabile. Lo percorriamo un poco, ma ci rendiamo conto che e' pericoloso e torniamo indietro fino ad una selletta (m. 1903).
Per concludere il giro decidiamo di tornare nel versante Zoldano e di "tagliare" per il bosco in direzione sud-est usando il gps per orientarci ed evitare di finire in uno dei tanti canaloni. La traversata e' piu' facile del previsto e molto presto ci troviamo in piano e da qui, dopo una breve sosta per mangiare raggiungiamo la strada asfaltata che sale alla Staulanza. Il pezzo su asfalto e' stato piuttosto monotono, nonostante la possente mole del Pelmo che domina la strada.
Nonostante le traversie questo si e' rivelato un giro davvero bello, con molte sorprese e con la magia del cielo che si apriva piano piano a mostrare uno splendido panorama.
Accesso:
In Autostrada fino a Longarone, poi a sinistra per Zoldo. Alla fine della valle si raggiunge il Passo Staulanza e l'omonimo rifugio.