E' una fredda mattina di fine ottobre. Il cielo e' sereno, proprio come ha previsto il Centro Meteo di Arabba. Le giornate in questa stagione sono corte, ma non veniamo meno alla tradizione di fermarci a far colazione nella solita gelateria in centro a Longarone.
Uno sguardo in alto verso il Monte Toc ci riporta con la mente verso la tragedia accaduta esattamente quarant'anni fa: mi vengono i brividi ogni volta che passo di qua, ancora, dopo tanto tempo.
Arrivati a Fusine cominciamo a salire lungo la stradina che ci portera'al punto di partenza. All'improvviso una visione: il Pelmo, enorme e vicinissimo, appare davanti ai nostri occhi! Una breve sosta per una foto e' inevitabile.
Fa un freddo cane ma e' meglio cosi': la visibilita' e' ottima e godremo di uno spettacolo bellissimo dalla vetta. Abbiamo una gran fretta di arrivare in cima al monte. Giunti a Costa parcheggiamo, ci prepariamo velocemente e ci mettiamo in cammino.
Il sentiero che abbiamo deciso di percorrere parte molto ripido. Decidiamo di prendere quello piu' in basso per scaldarci in piano prima di cominciare a salire. Il paesaggio attorno a noi e bellissimo con tutti i colori dell'autunno. Il Pelmo e' sempre dietro di noi ma a destra cominciamo a scorgere la forma familiare del Civetta illuminato dal sole.
Ci congiungiamo col sentiero che sale in vetta, piuttosto ripido e ghiacciato. Circa a meta' uno di noi si gira e lancia un'esclamazione. Quello che vediamo ci toglie il fiato: il gruppo del sella, come se lo potessimo toccare! L'aria e' limpidissima. Affrettiamo il cammino e di li' a poco, attraversando due trincee arriviamo in vetta.
Lo spettacolo e' fantastico. C'e' una vista a 360° sulle dolomiti. Facciamo decine di foto, cerchiamo di riconoscere tutti i monti dalla loro forma e poi ci mettiamo col binocolo a definire anche quelli lontanissimi o che spuntano appena dietro ad altri. Si vede fino in Austria. Siamo talmente eccitati che ci dimentichiamo perfino di mangiare.
Rimaniamo in vetta un paio di ore buone poi ci decidiamo a partire, continuando il sentiero che scende dalla parte opposta del monte. E' quello che resta di una vecchia strada militare con pendenza costante e sorretta da dei muretti a secco. In certi punti e' franata ed il sentiero si riduce ad una traccia larga come il nostro piede, ma non ci preoccupiamo e continuiamo a scendere.
Giunti al bivio dobbiamo prendere a destra per tornare a Costa ma decidiamo di fare una breve deviazione. Andiamo a visitare una galleria della Grande Guerra (15/18), progettata dall'ufficiale del genio militare Alberto Alpago Novello (1889-1985), come postazione per cannoni.
Tornati al bivio percorriamo un sentiero in costa, molto bello, che ci riporta velocemente al punto di partenza.
Una giornata molto fredda, i funghi trovati lungo la strada non si riuscivano a rompere tanto erano gelati, ma limpidissima con panorami mozzafiato. Davvero un bel posto, poco conosciuto ma affascinante.
Accesso:
Autostrada A27 Venezia-Belluno fino alla fine (Pian di Vedoia) e di qui a Longarone. Prendere a sinistra per la Val di Zoldo e percorrerla quasi tutta fino all'abitato di Fusine. A destra per una stradina piuttosto stretta e ripida che porta all'abitato di Costa.