Se da un lato la conca è abbastanza popolata con tranquilli paesini e caratteristiche malghe, l'alta montagna (praticamente dai 1000 metri in su) non presenta insediamenti di rilievo, se non vecchie stalle e fienili (in gran parte abbandonate). Anche perchè da quella quota i dolci pendii e le benevole colline dell'Alpago si impennano improvvise con pratoni, ghiaioni e pareti di roccia (non altissime) che arrivano fino alle creste che si mantengono mediamente sui 2000 metri.
Questo gruppo viene normalmente denominato Col Nudo-Cavallo che sono i due monti che segnano in modo evidente l'inizio e la fine di questa catena che si snoda in direzione nord-sud est segnando il confine tra Veneto e Friuli.
In verità il limite occidentale della conca dell'Alpago e segnato dal Monte Dolada (1939m) con la sua cresta pratosa (a parte qualche roccetta) che sale verso nord est verso il Col Mat e la Montagna del Vescovo. Si arriva al Col Nudo che è anche la cima più alta (2472m); segue il Teverone (2314m) che rompe la linea delle creste con la sua posizione più avanzata verso la conca; il Crep Nudo (2207m) con i vicini Capel Piccolo e Capel Grande; tre cime contigue Venal, Antander e Messer (2231m) divise fra loro da due ampi avvallamenti: forcella Federola e Forcella Antander; la lunga ed esile cresta dei monti Paster, Brut Pass, I Muri e Sestier fino a raggiungere il gruppo del Cavallo: Lastè, Cimon del Cavallo (2250m), Cimon di Palantina.
Questi monti comunque non appaiono molto impressionanti perchè hanno un piano inclinato verso nord. Dalle creste infatti si può notare la netta differenza fra i due versanti; verso l'Alpago il monte scende con relativa dolcezza; in versante Val Cellina cade a capofitto con strapiombi notevoli.
Lungo tutta questa catena si snoda l'Alta Via n.7 detta "del Patera".