Cenni storici
I pochi ma interessanti ritrovamenti archeologici ci parlano di una presenza di abitanti fin dall'eta' della pietra e del bronzo, i Paleoveneti.
Ai primordi dell'Impero Romano, sotto Cesare Ottaviano Augusto (44 a.C), questa era terra di confine che veniva data in regalo alle milizie (Limitanee) con il compito di proteggerle dagli invasori e dalle tribu' locali in rivolta.
Risalgono a quel periodo le prime fortificazioni (fra cui quella di Sitran, sopra Bastia) che permisero lo stabilirsi delle colonie romane. Come eredita' di quel periodo troviamo numerosi toponimi (Alpago-Lapacus, Puos-Puteus, Cansiglio-Campus Silus, etc.) e qualche manufatto che è giunto fino ai nostri giorni.
Furono i Goti di Teodorico, dopo il crollo di Roma, che innalzarono il primo castello al Colle del Bongaio, nei pressi di Lamosano, che rimase a lungo il punto nevralgico per la dominazione locale. Anche se ormai non rimane alcuna traccia delle varie fortificazioni che si susseguirono nei secoli si intuisce, visitando il colle, la sua posizione favorevole a strapiombo su due torrenti, con solo un esiguo lembo di terra che ne permette l'accesso.
Sotto i Longobardi la regione ebbe un periodo di relativo benessere per almeno un paio di secoli, e l'Alpago divenne importante strategicamente con la creazione delle Chiuse del Cansiglio e di Fadalto che controllavano l'accesso al Friuli.
Dopo la cessazione del dominio longobaro Berengario I dona l'Alpago e il Cansiglio al Vescovo di Belluno, nel 923 d.C.; ci spieghiamo quindi come mai troviamo per es. il toponimo "Montagna del Vescovo" che identifica il costone che collega il monte Dolada con il Col Nudo.
Intorno all'anno 1300, a seguito della decadenza vescovile e la crescita del Consiglio dei Nobili, entra in scena un personaggio che ha un importanza ragguardevole nella storia di quel periodo, non solo dell'Alpago, ma dell'intera Belluno: Endrighetto da Bongaio.
Divenuto Podesta' di Belluno sotto la dominazione scaligera, venne nominato nel 1323 Conte e Signore d'Alpago e ricevette le insegne di Cavaliere da Can Grande della Scala in persona nel 1327.
Si presume che la sua dimora fosse appunto il Castello del Bongaio, di cui sopra.
Endrighetto vive comunque a Belluno, e per diversi anni acquista sempre piu' potere, passando con disinvoltura da un regnante all'altro: Carlo di Lussemburgo, che divenetera' Carlo IV di Boemia e poi imperatore del Sacro Romano Impero, conquista Belluno e riceve gli onori di casa dal nostro.
Del resto quel periodo era decisamente movimentato: guerre, complotti, tradimenti; anche per Endrighetto ci sono alti e bassi; venne anche imprigionato per sospetto tradimento (fu poi rilasciato) e fini' miseramente assassinato nel 1359.
Il dominio della Contea dell'Alpago nel frattempo era stato affidato a Giacoma, moglie di Endrighetto.
Questa figura di donna lascia intravedere un personaggio forte e al tempo stesso benevolo verso i propri "sudditi", tanto da creare una sorta di mito. Ancora oggi i vecchi Pagoti la ricordano come la "Regina Mongai" a signifacare , con quel titolo superstite di regina, una nostalgia di nobilta' che distinse l'Alpago per breve tempo.
La sua morte probabilmente avvenne prima di quella del consorte. Infatti subito dopo l'assassinio di Endrighetto la Contea ripassa ai Vescovi di Belluno, ritornando nell'anonimato.
Con la dominazione della Repubblica di Venezia su Belluno e Feltre (1404) anche l'Alpago segue la stessa sorte e la Foresta del Cansiglio diventa il famoso "Bosco da Remi" per la flotta navale della Serenissima.
Nella storia piu' recente non c'e' molto da segalare. Anche la Grande Guerra e' rimasta distante da questi luoghi; il fronte correva molto piu' a nord e, dopo Caporetto, li scavalco' senza toccarli, appostandosi sul Piave.